La pressione di gonfiaggio non è altro che la quantità d’aria che si riesce a comprimere all’interno di un pneumatico per permettere al battistrada di assicurare l'aderenza sull'asfalto.
Si misura in “bar” (1 bar equivale a 1kg/cm2), non esiste una pressione unica per veicoli dello stesso segmento, al contrario sono indicati sempre valori diversi anche in dei casi per i due assi, che a loro volta cambiano in funzione delle condizioni di carico e del loro assetto stradale.
Anche variazioni apparentemente minime, vale a dire a partire da 0,2 bar in meno o in più, hanno ripercussioni dirette sul comportamento dell'auto in frenata come in curva, oltre a influire sul bilancio di gestione, poiché possono generare un'usura accelerata e irregolare del battistrada, oltre a far crescere i consumi di carburante.
Queste sono solo alcune motivazioni, sufficientemente valide, per giustificare un'attenzione che viene spesso trascurata dalla maggior parte degli automobilisti, che si dedicano a questo controllo quasi esclusivamente in occasione di qualche viaggio più lungo, magari nei periodi di ferie.
Nonostante l'evoluzione delle tecnologie di costruzione di cerchi e pneumatici, ricordiamo che ogni pneumatico perde, per cause naturali circa 0,8 bar ogni mese, senza ovviamente considerare piccole forature, o perdite dalla valvola o dal cappuccio di protezione, è evidente che in soli tre mesi le ruote perdano il loro gonfiaggio ideale in modo uniforme, con valori che possono essere molto diversi e che possono determinare spiacevoli inconvenienti nelle prestazioni e nella durata.
Che il gonfiaggio dei pneumatici venga fatto con aria o con azoto (gas specifico che determina un controllo più stabile, risentendo meno le variazioni climatiche), la pressione all' interno del pneumatico non resta costante, dato che i gas sono sensibili alle temperature, che li fanno comprimere o espandere.
A parità di condizioni, questo vuol dire essenzialmente, che un pneumatico risulterà più gonfio in estate, e al contrario farà registrare un valore più basso nella stagione invernale.
Importante operazione da ricordare, è di controllare sempre la pressione dei pneumatici a “freddo”, vale a dire fermi da almeno due ore o che non abbiano percorso più di 5 chilometri ad andatura molto contenuta.
Questa procedura, spesso non considerata da molti automobilisti, risulta determinante per il corretto gonfiaggio e influisce in modo determinante sul consumo e sulla tenuta di strada del veicolo.
Ricorda sempre... Una pressione corretta aumenta la durata di vita dei tuoi pneumatici e rende il tuo veicolo più sicuro.
Spesso non si considera a dovere questo fattore, a nostro avviso fondamentale, in termine soprattutto di costi.
Un 25% in meno d'aria riduce della stessa misura la resa chilometrica del battistrada. E allo stesso tempo determina un aumento del consumo sulle spalle della gomma che assicurano la tenuta in curva, un peggioramento dell'inquinamento acustico e un aumento di almeno il 4% dei consumi.
Se quindi un pneumatico può avere una durata media di 35.000 / 40.000 km, ovviamente questo dato è puramente indicativo, in quanto dipende da numerosi fattori di guida e altro che non tratteremo in questo articolo, se ne perderanno circa 8.000 / 12.000 solo per la pigrizia di non avere provveduto a ripristinare la corretta pressione almeno 1 volta al mese.
È da precisare, con la stessa valenza, che anche un gonfiaggio eccessivo ha effetti negativi ben evidenziati, da un consumo accelerato al centro del battistrada, una riduzione dell'aderenza soprattutto sul bagnato, fino ad arrivare ad un comfort di guida su strada sensibilmente ridotto.
Alessandro Randisi
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